di Olly.
L’altra sera mi domandavo come mai gli stessi e le
stesse che si chiedono come il nazismo abbia potuto sterminare
milioni di ebrei, rom, omosessuali, eccetera eccetera, senza che
nessuno si ribellasse, facciano finta di non capire
ciò che sta succedendo nei cie.
La mia riflessione poteva finire in una pippa
mentale, e invece (wow!) sono giunta ad una conclusione.
Ho infatti capito che alla radice c’è un fatto non
trascurabile: per la prima volta dagli anni delle rivolte
studentesche, la (passatemi l’espressione strausatissima) nuova
generazione non contesta per la maggioranza quella vecchia.
Il
modello proposto da silvio berlusconi, propinatoci attraverso le sue
televisioni, è piaciuto e piace tuttora ai giovani e alle giovani,
che per la maggioranza infatti decidono di aderirvi a pieno titolo,
addirittura votando la classe dirigente più corrotta che ci sia.
Beninteso, lo sanno perfettamente che sono corrotti/e, razzisti/e,
sessisti/e… e pure un po’ fascisti/e.
Ma ho l’impressione che questi ragazzi, queste
ragazze, almeno quelli con cui io parlo più frequentemente [visto
che di questa generazione di cui sto parlando faccio parte], non
siano interessati a cambiare il mondo dei loro genitori. Gli va bene
così com’è.
Certo, dicono spesso: "No, io non mi sposerei
mai!", quindi in fondo il modello base lo rigettano, rigettano
la creazione di un nucleo famigliare, però è nello stesso nucleo
famigliare che si afferma il prototipo di uomo-sciupa-femmine e di
donna-oggetto.
Come racconta la Lipperini
nel suo libro, Ancora
dalla parte delle bambine, (che vi consiglio di leggere
assolutamente se ancora non lo avete fatto), è proprio in famiglia
che le bambine vengono vestite da principessine e obbligate a giocare
a fare la mamma, mentre i maschietti non devono fare le femminucce e
preoccuparsi a giocare alla guerra o con le macchinine, vestiti da
piccoli macho.
Questo modello, comunque, nel corso degli anni, per
quanto riguarda la mia generazione, non è stato veramente rifiutato.
Le ragazze, parlo di maggioranze, ovviamente, non si sono rifiutate
di ricoprire quel ruolo di stupidi e bei soprammobili pacchiani da
alzare come trofei ai party di famiglia, né i giovani uomini hanno
scelto una via diversa da quella dell’uomo che non deve chiedere
mai.
Cosa c’entra con la domanda iniziale, vi starete
chiedendo?
Secondo me c’entra. Che votino pdl o meno, che siano
astenuti o meno, che votino addirittura pd, o che ne so io, non è
poi così importante. In fondo la democrazia probabilmente non sanno
nemmeno cos’è, o non lo vogliono sapere, io non lo so perché non ho
mai capito se hanno un’opinione loro, oppure se ascoltano solo quello
che dice la tivvù.
Quello che so è che non stanno combattendo per i
loro spazi. Forse perchè un po’ credono di averli, forse ne hanno
pure troppo di spazio, ma quello che non sanno è che non è loro,
non se lo sono guadagnato, non l’hanno rivendicato.
Non capiscono che c’è chi ha pensato a procurar loro
dei bisogni, ha costruito loro discoteche, cinema, centri
commerciali, lounge bar, e tutte le minchiate che vanno di moda in
questo momento storico, e gli ha detto: "Ehi! Non avevi forse
bisogno di questo?". E ci si sono buttati dentro. Insomma, è
stata la generazione dei padri e delle madri a dar loro spazi. Non
hanno chiesto niente di più.
Il paradosso diventa poi enorme nel caso delle
ragazze o dei ragazzi che Erick Gandini racconta così bene in
Videocracy. Quelle persone vogliono aderire al modello di vita creato
da un settantaquattrenne. E sono tante, queste
persone.
E io credo che i giornalisti e le giornaliste che
parlando di berlusconi a vanvera tralasciano gli attori del futuro
stanno compiendo un errore imperdonabile. Tra poco questa persona
morirà, e, nel bene o nel male molte cose cambieranno.
Il punto allora è: la classe dirigente del domani,
quali valori avrà? Se il mondo che gli hanno dato i padri, e per
essere precisa un settantaquattrenne, gli va bene, cosa faranno?
È proprio in questo punto di non ritorno che c’è la
risposta alla domanda iniziale.
http://www.youtube.com/watch?v=-9AXQGGkgK8
Nei cie ci sono le persone brutte cattive straniere
schifose oddio ho paura di loro mi rubano il lavoro tutta una vita di
sacrifici e poi quando meno te lo aspetti questi arrivano e ti
mettono in mezzo alla strada eh no io sono italiano io sono buono ma
mica coglione.
Ed ecco qui che la polverini, neogovernatrice della
regione Lazio, fa un saluto romano e nessuno dice niente.
Ed ecco qui che se il mondo meraviglioso creato dai
padri non viene contestato, è perchè piace! E se arriva qualcuno a
sgombinartelo un pochino, esiste un posto recintato, presidiato, dove
ci pensano le forze dell’ordine a fare il lavoro più sporco, e tu
puoi vivere, sicuro di te, sicura di te.
Insomma, è la paura a muovere il sole e tutte le
altre stelle.
Ma poi, alla fine di questo ragionamento, mi sono
ricordata che ci sono i presidi. E c’è la speranza, e che anche se
siamo pochi/e, esistono le iniziative contro i cie, che nella
periferica d’Italia, con il megafono del web, nascono tante
iniziative. Per tentare di liberare queste persone, perché non
vengano più imbottite di psicofarmaci, perché i loro corpi non
vengano più violati, perché possano vivere in libertà.
#un saluto speciale va a Radio
Città Aperta, radio di controinformazione ed ottima musica#