di
Olly
La
lettera di Marco Travaglio a Santoro, pubblicata sul Fatto, è stata
letta tantissimo, e una parte del mondo del web social-confusa si sta
strappando i capelli nel leggere che forse il giornalista più amato
e più applaudito del giovedì sera, forse non sarà più presente
alla trasmissione AnnoZero.
Effettivamente,
devo ammettere, la lettera è quasi commovente. Quasi ci stavo
riuscendo, a farmi distrarre dal problema della reputazione di
Travaglio. Però mi è saltata all’occhio una sua affermazione: “La
maledizione della par condicio, dovuta alla maledizione di
Berlusconi, impone la presenza simmetrica di ospiti di destra e di
sinistra. E quando si tratta di politici, pazienza: la loro allergia
ai fatti è talmente evidente che il loro gioco lo capiscono tutti.
Ma quando come l’altra sera, ci si confronta fra giornalisti, anzi
fra iscritti all’albo dei giornalisti, ogni simmetria è impossibile
[…]”.
Ammetto
che non m’importa nulla della sorte di Travaglio. Però lo devo
ringraziare, perché mi permette di poter parlare di un argomento che
mi sta molto a cuore: la casta dei giornalisti. Eh già. Lui infatti
parte dal presupposto che il confronto possa avvenire solo tra
informatori (i giornalisti) iscritti all’albo, parte dal presupposto
che l’iscrizione all’albo sia la garanzia necessaria per potersi
confrontare tra giornalisti.
E
tutti giù ad applaudire.
A
me questa cosa riguarda personalmente, per questo mi sono tanto
incazzata e non mi dà fastidio ammetterlo: i blog, questo blog,
nasce dal fatto che noi non abbiamo voce. E che il problema
dell’informazione è proprio l’ordine dei giornalisti. Se non si è
iscritti all’albo, non si può aprire un giornale.
Proprio
per l’esistenza dell’ordine si creano le testate grosse, importanti,
che possono essere oggetto di finanziamenti pubblici e di conseguenza
di una informazione imbavagliata, che Travaglio tanto critica. In
realtà essere iscritti all’albo, accettare l’albo stesso, vuol dire
stare con il regime. Non contro.
Perché
scrivo questo su Periferica?
Perché
molti di noi vorrebbero poter esprimersi su carta, ma questa cosa non
è possibile, perché nessuno di noi è iscritto all’albo. Abbiamo
vent’anni, com’è possibile esserlo?
E,
per inciso, l’idea di ordine dei giornalisti viene pensata e attuata
proprio sotto il fascismo. Per questo veramente non capisco e non
solidarizzo con Travaglio. Non posso, perché di delle conseguenze di
ogni cosa che dice (oltre ad avere un grosso seguito mediatico) ci si
lamenta. Credo che se si fanno delle scelte, si portano avanti con
tutte le responsabilità che ne derivano, non si può stare con due
piedi in una scarpa e lamentarsi che si è scomodi.
L’ordine
va rifiutato, se si vuole iniziare una vera lotta per la libertà di
stampa, in maniera che chiunque possa diventare informatore,
attraverso il web, ma perché no?, anche attraverso il cartaceo, che
ora tutti dicono stia scomparendo.
Ma
certo che scompare. Se chi ci scrive è sottoposto alla censura
preventiva del direttore responsabile, il quale rischia penalmente
per ciò che si scrive, è ovvio che si preferirà il web, libero
(forse ancora per poco) da censure, rispetto a giornali di notizie
filtrate.
L’esistenza
stessa dell’albo permette a Travaglio di poter stare dove sta, con il
suo status, senza che nessuno gli dica “che cacchio vuoi, tu?”
Sapendo
che lui, alla fine dei giochi, sta dalla parte di B., allora è tutto
un altro discorso.
#la foto è di Riot Clive Shave#
@Redcat ti giuro che ci sto provando da quando lo abbiamo pubblicato… devo avere dei problemi col pc, penso.
Se sei interessat* ad aiutarci, scrivici al nostro indirizzo mail.
🙂
Molto interessante sto blog…sia mai che possano nascere delle collaborazioni…(la butto li)
redcat
p.s.: fate il favore: ingrandite il carattere di questo post???Sembra fatto apposta per non farlo leggere!;-P (Si, lo so che c’è Ctrl+”-“, però dai fatelo voi una volte per tutte (e per tutti)
La lotta continua!